Aids: il 15% dei malati non sa di esserlo
Il 15% delle persone con Hiv non sanno di essere malati, mentre il 50% delle diagnosi arriva tardi. Questi alcuni dei dati che aprono il Congresso Internazionale della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali(Simit) a Baveno sul Lago Maggiore.
Sono più di 90.000 le persone che sono in terapia o sono comunque in contatto con centri specializzati. Ogni anno le nuove diagnosi sono circa 4.000, ma il problema è che la metà arrivano quando la malattia è già in stato avanzato.
Torna prepotente il tema della prevenzione attraverso l'uso del preservativo. Secondo l'Istituto Superiore di Sanità, la maggioranza delle nuove diagnosi di infezione da HIV è attribuibile, in Italia, a rapporti sessuali non protetti, che costituiscono l'84,1% di tutte le segnalazioni. Particolarmente delicata la situazione dei giovani maschi omosessuali, che secondo i dati della Simit hanno un rischio di infezione, se non usano il profilattico, di 20 volte superiore ai loro coetanei eterosessuali.
Mentre fortunatamente la mortalità per il virus continua a crollare e la qualità della vita dei pazienti a migliorare grazie alle nuove terapie, le regioni italiane più colpite restano Lombardia, Lazio e Liguria.
«Le persone che hanno una infezione sia da HIV che da epatite C (HCV) - spiega Massimo Galli, vicepresidente di Simit - presentano un andamento della malattia epatica più rapido. Uno dei temi caldi del momento è il poter estendere al massimo delle persone con coinfezione HIV-HCV, le terapie con farmaci anti HCV. Superando le barriere di ordine economico fino ad ora imposte, che hanno limitato le possibilità di terapia solo a coloro che presentavano una malattia epatica già avanzata».