DIPENDENZA DA PORNOGRAFIA
Una patologia di cui non si parla
L'abuso di droghe o di alcol è un fenomeno conosciuto, ormai socialmente accettato. Se ne parla in televisione, sui giornali, alla radio. Hollywood ha prodotto decine di film su alcolismo e dintorni, sulle terapie di gruppo, sui danni che le dipendenze posso causare al corpo, alla mente e alla famiglia. Per non parlare delle manciate di star che regolarmente si fanno ricoverare in cliniche a 5 stelle per disintossicarsi da una sostanza o l'altra. Delle patologie legate al sesso, invece, si discute con più difficoltà e con molto imbarazzo. Così la dipendenza da pornografia (e da cyberpornografia) è ancora un tabù, ma grazie all'anonimato che internet riesce a garantire, il problema sta finalmente cominciando a emergere.
Il 23 aprile scorso è stato fondato in rete il primo gruppo di auto on line, pensato per chi sta lottando e per chi vuole cominciare a lottare per slegarsi dalla dipendenza da pornografia. L'iscrizione è completamente gratuita, aperta a tutti e persino anonima (è possibile indicare al posto del nome un nickname). I messaggi sono visibili a chiunque, ma per partecipare alla discussione è necessario registrarsi. «Il pornodipendente è solo nella sua disperazione - scrivono i fondatori del gruppo, - solo nella sua vergogna, nella sua mancanza di autostima, nell'impossibilità di parlarne con chiunque. Si possono confessare tanti tipi di dipendenza, ma non si può confessare a un estraneo che si trascorrono ore e ore davanti al monitor a guardare foto e filmini pornografici senza riuscire a smettere, masturbandosi». Una patologia che ormai coinvolge milioni di persone in tutto il mondo e che sembra essersi aggravata con l'avvento di internet e la sua diffusione su larga scala. L'offerta di contenuti a luci rosse in rete, infatti, è infinita e disponibile al solo costo della connessione. Ogni tipo di interesse, feticismo, perversione è contemplato. Tutto è accessibile e fruibile nell'intimità di una stanza, di fronte allo schermo di un PC, senza limitazione d'orario.
Anonimo1970 si sfoga e scrive: «Io, che fino a poco tempo fa credevo di essere il padrone assoluto di tutta la mia vita, di tutte le mie emozioni. Io, che credevo di decidere, che credevo di gestire e scegliere le mie emozioni. Sono una persona come tutte le altre, almeno in apparenza. Non sono sposato, ma prossimo a questo passo. Amo la persona che è con me. Ho un lavoro che mi gratifica, dopo anni di studio. Ho una vita sociale abbastanza ricca e stimolante. Ma solo ora ho capito di essere un dipendente dalla pornografia da internet». E prosegue descrivendo il suo calvario: «Ore e ore passate in cerca di stimoli mentali, perché in fondo è quello che si cerca. Ho sempre creduto che, ai fini sessuali, il corpo di una persona fosse semplicemente uno strumento da utilizzare per poter procurare al cervello gli stimoli e le sensazioni di cui ha bisogno. Credo che il sesso celebrale sia la forma di sesso più appagante e soddisfacente, ma come ogni cosa, se condotta al limite, diventa pericolosa. Ciò che più mi urta è il fatto di vivere con la mia donna un sesso completamente libero da ogni tabù, ma nonostante ciò mi ritrovo ad avere questo problema. Ore e ore davanti a un monitor, a bruciare attimi di vita che non torneranno più. Oscar Wilde diceva che in fondo "l'esperienza è il nome che gli uomini danno ai propri errori". Ed è vero, è dagli errori che bisogna ripartire, che bisogna ricostruire se stessi. Ero giunto ad una condizione di dipendenza tale da non rendermi neanche conto di essere dipendente».