Neurologia
Crisi di coppia
Secondo una ricerca l’unione è a rischio se lui russa.
E’ cosa risaputa che la voce ha un altissimo potenziale seduttivo se possiede ovviamente il timbro giusto. Non quello titubante che tradisce insicurezza e nemmeno quello assordante che spinge alla fuga.
La voce affascinante che conquista è quella calda, relax, dai toni bassi che vale molto più di quel che trasmette visto che soltanto il 7% delle informazioni di una persona dipende da ciò che dice mentre ben il 38% da come lo dice. Ma attenzione perché risulta da una ricerca che proprio gli uomini dalla voce bassa e anche leggermente roca che fa tanto sensuale, potrebbero essere i partner più rumorosi a letto.
E quindi in base ad uno studio sul russare e la soddisfazione di coppia, i più indiziati a mettere in crisi il matrimonio. Sì, perché l’apnea notturna del maschio avrebbe, secondo i ricercatori, un forte impatto negativo sul rapporto sentimentale, sia o no matrimoniale.
Lo dice Rosalind Cartwright, fondatrice del Centro dedicato ai disturbi del sonno, alla fine di una ricerca svoltasi appunto nel Rush University Medical Center (Illinois) sulle coppie con marito russatore. “Abbiamo registrato un alto tasso di divorzio tra i partner che combattono con questo problema Speriamo di riuscire a capire se possiamo salvare il matrimonio, trattando l’apnea notturna”, ha detto la Cartwright-“I nostri primi risultati mostrano che il sonno della moglie è davvero rovinato dal ronfare notturno del marito.
La mancanza di riposo di entrambi crea ostilità e tensioni, riflettendosi fatalmente sull’andamento del matrimonio.” E’ successo che una delle donne esaminate il cui marito russava tanto da svegliarla fino ad otto volte in un’ora in un primo tempo è ricorsa ai tappi per le orecchie e alle cuffiette imbottite, ma alla fine ha deciso di andare a dormire da sola.
“La tensione che gravava sul matrimonio era evidente: i due litigavano sempre e i test hanno rilevato una bassa soddisfazione di coppia”, ha affermato l’esperta, spiegando che il marito della donna si è quindi sottoposto a due settimane di trattamento per favorire una normale respirazione notturna e dopo questo periodo la qualità della vita della moglie è passata da 1.2 a 7 punti.
Insomma la soddisfazione di coppia è migliorata notevolmente. I ricercatori intendono includere nello studio un maggior numero di coppie . Ognuna passerà una notte nella nuova couple sleep room, una stanza realizzata grazie alla donazione di un ex paziente, dotata di un maxiletto matrimoniale, tv e un macchinario per la polisonnografia.
Un esame cioè che monitora attività cerebrale e muscolare, movimenti oculari, battito cardiaco, respirazione, ossigenazione e suoni, permettendo di fotografare con precisione la qualità del sonno e constatare così quanto incida il ronfare di uno dei due coniugi sulla soddisfazione di coppia. Ma chiediamoci se è preferibile al compagno d’alcova sonoro, quello insonne perché risulta che un’altra nemica del rapporto di coppia, sia l’insonnia di uno dei due partner, un disturbo che colpisce per periodi più o meno lunghi, dal 20 al 30% della popolazione.
E’ vero che esistono i farmaci per cercare di migliorare la situazione ma possono indurre a dipendenza, tolleranza o ad un sonno senza sogni, ossia con la riduzione o la soppressione delle fasi di sonno REM. Ora sembra che una società svizzera abbia iniziato i trial per la registrazione di un farmaco contro l’insonnia che non produrrebbe tali inconvenienti.
Se i trial in corso confermeranno i dati acquisiti, il farmaco potrebbe entrare in commercio nel 2012. Ma fino ad allora quante unioni saranno andate all’aria perché uno dei due partner, non riuscendo a prendere sonno, disturba il riposo notturno dell’altro? La verità è che siamo diventati insofferenti a qualsiasi cosa.
Di conseguenza vivere in coppia è diventato un problema. E in questo clima che tende sempre di più alla disgregazione del nucleo famiglia, qualcuno ha detto che per salvare l’amore, i partner anche se sposati dovrebbero vivere in case separate.
Vi rendete conto?
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