Due tazze di cioccolata al giorno

 

per un cervello più giovane.

 

Studio su Neurology

Aumenta il flusso di sangue nelle aree cerebrali e migliora le capacità di memoria e pensiero

Cervello giovane più a lungo grazie a due tazze al giorno di cioccolata calda: la scoperta, pubblicata sulla rivista internazionale Neurology, mette in evidenza che nei soggetti a rischio di declino cognitivo il cacao è in grado di aumentare il flusso del sangue al cervello e di migliorare la memoria e le capacità di pensiero.

I dati dello studio - Lo studio, condotto dalla Harvard Medical School di Boston (Usa), ha visto coinvolte 60 persone di 73 anni di età media, sane e senza demenza, che per un mese sono state invitate a bere due tazze di cioccolata calda ogni giorno. Tra i partecipanti, in particolare, diciotto avevano un insufficiente flusso di sangue al cervello all'inizio dello studio: ed è proprio in questi soggetti, spiegano i ricercatori, che al termine dello studio è stato registrato un miglioramento dell’8,3% nel flusso di sangue nelle aree cerebrali deputate a memoria e pensiero e un abbassamento dei tempi nei test di memoria, passati da 167 secondi all'inizio dello studio a 116 secondi.

Quale è il segreto? - Quale sia la sostanza contenuta nel cacao a fare la differenza è ancora da stabilire: questa volta, infatti, il meccanismo virtuoso non sembrerebbe dipendere dai flavanoli, potenti antiossidanti in esso contenuti, già conosciuti per i loro effetti benefici su cuore e arterie. La cioccolata somministrata, infatti, era di due tipologie: una era arricchita in flavanoli, mentre l’altra ne era “impoverita”. Eppure, spiegano i ricercatori, gli effetti benefici sono stati registrati con entrambe le tipologie di bevanda: “Stiamo imparando sempre di più su come funzioni il flusso di sangue nel cervello e sul suo effetto sulla capacità di pensiero - spiega Farzaneh Sorond, primo autore dello studio -. Per completare i loro compiti le diverse aree cerebrali hanno bisogno sia di più energia, sia di un maggior flusso di sangue. Questa relazione, denominata 'accoppiamento neuro-vascolare', può svolgere un ruolo importante nelle malattie come il morbo di Alzheimer”.