Gli attacchi di panico preferiscono le donne

Colpa dell’identikit ormonale femminile, più sofisticato di quello maschile e dunque più esposto al disturbo

 

Che il sesso femminile risenta molto più dell’ansia, come di tutti gli altri disturbi dell’umore, non è una novità. C’è una ragione fisiologica (dovuta a motivi ormonali), ma ce n’è un’altra più pratica: le donne tendono a rivolgersi allo specialista, denunciando stati d’ansia, anche in presenza di sintomi lievi. Forse perché sono per carattere più inclini a mettersi in discussione. O forse perché tendono ad allarmarsi al minimo accenno di tensione psicologica. Ma come spiegare allora che ogni tre persone colpite dagli attacchi di panico (la forma più estrema e patologica di ansia), due sono donne?

 

Un problema di ormoni

È la tesi di Rosario Sorrentino, neurologo e direttore dell’Istituto di ricerca e cura attacchi di panico (Ircap) della clinica Pio XI di Roma, e Livio De Santoli, ordinario di Impianti tecnici all’università “La Sapienza” della capitale: secondo questi due esperti, tutto dipenderebbe ancora una volta dall’identikit ormonale femminile “più sofisticato di quello maschile e quindi più predisposto ad attacchi di panico. L’uomo, invece, non solo è meno vulnerabile, ma per indole è portato anche a dominare le proprie emozioni e a reagire”.

 

Paura di avere paura

Ma che cos’è l’attacco di panico? Un disturbo neurologico caratterizzato da sintomi precisi: palpitazioni, brividi, senso di soffocamento, vista offuscata e sensazione di distacco dalla realtà. Un problema ancora poco conosciuto, nonostante colpisca almeno l’1,5% della popolazione. Tra le professioni maggiormente interessate da questo disturbo, ci sono i manager, per i quali tempi ristretti e grandi responsabilità producono uno stress negativo e cronico.

Non basta. C’è anche la “paura di avere paura”: in gergo medico viene detta “fobofobia” e provoca problemi seri a chi ne è colpito. Ci sono persone, infatti, che rifiutano di uscire di casa o di andare a lavoro, pur di evitare situazioni considerate (quasi sempre a torto) a rischio.

Redazione Staibene.it