Dal Pap test all’Hpv test: un nuovo metodo di screening del tumore all'utero

 

Il tumore della cervice uterina è una patologia che ogni anno colpisce circa 3mila donne, solo in Italia, causando spesso la degenerazione della malattia sino all'attuazione di forme terapeutiche estreme.

La prevenzione è, anche in questo caso, la prima arma per combattere il tumore. Ma quale screening effettuare per valutare lo stato di salute della cervice uterina?

Il test Hpv consente una netta riduzione delle lesioni invasive e preinvasive della cervice uterina sino al 60-70% dei casi. Studi recenti hanno dimostrato l'importanza di sottoporre le donne a un test molecolare Hpv, più specifico e preciso.

Hpv test

Durante il test HPV si preleva una piccola quantità di cellule dal collo dell'utero per consentire l'analisi e verificare l'eventuale presenza di DNA del Papilloma virus.

La procedura di esecuzione del test HPV è simile a quella del Pap test, può essere eseguito da tutte le donne, e va ripetuto ogni 5 anni.

Il test HPV è in grado di rilevare le lesioni della cervice che potrebbero poi causare i tumori. Molto spesso, il test rileva anche semplici infezioni destinate a regredire spontaneamente.

La posizione degli specialisti

Gli esperti consigliano di far seguire a un esame HPV positivo, il cosiddetto "triage", ovvero il Pap test che confermi la positività effettiva al virus.

Durante il convegno promosso dal Gisci (Gruppo Italiano Screening del Cervicocarcinoma), si è ampiamente discusso degli innovativi programmi di screening per il tumore della cervice uterina.

“Dal Pap test all’Hpv test: il passaggio è epocale", affermano gli specialisti dell’Ispo, l’Istituto per lo studio della prevenzione oncologica, sottolineando anche come, in questa prima fase, necessario sia il monitoraggio dei programmi di screening attivi sul territorio nazionale, assieme all'analisi degli step di avanzamento e al confronto dei dati tra le 4 regioni coinvolte: la Toscana, la Liguria, la Basilicata e il Friuli.

Il valore dell'Hpv test è stato recentemente confermato anche dagli esperti della Food and Drug Administration.

Cosa emerge dai primi dati raccolti?

Dai primi dati relativi ai programmi di screening effettuati con test Hpv emerge una buona adesione. La positività al test HPV non dimostra l'effettiva presenza di tumore e non deve spaventare le pazienti. È, infatti, uno dei migliori esami a scopo preventivo per la diagnosi precoce del cancro del collo dell'utero e si consiglia di eseguirlo, solitamente, intorno ai 30-35 anni, poiché prima di questa età le infezioni da Papillomavirus, seppur frequenti, tendono a regredire spontaneamente.

Un grande passo avanti, dunque, che coinvolgerà con il tempo sempre più regioni con l'obiettivo di diagnosticare le lesioni e prevenire le gravi forme di tumori dell'utero, regalando un sorriso in più a tutte le donne.