Sindromi subcliniche psicotiche, ne soffre quasi il 20% dei giovani.
"Ma non consideratela una malattia"
Deliri, allucinazioni, attacchi d'ansia. Una serie di sintomi simili a quelli psicotici, ma che non inficiano le funzioni scolastiche o lavorative o sociali dell'individuo, come invece accade con la psicosi vera e propria. Sono le "sindromi subcliniche di psicosi", che colpiscono sino al 14-16% della popolazione giovanile, con punte che arrivano anche al 20%.
"Nel 75-90% dei casi si risolvono spontaneamente ed è per questo che l'American Psychiatric Association ha derubricato questa condizione da possibile malattia a condizione da esplorare", spiega Donatella Marazziti, docente di psichiatria all'Università degli studi di Pisa. "Essendo una condizione subclinica non è una malattia: riguarda gli adolescenti e, secondo gli studi del King's College of London, anche i bambini - aggiunge la psichiatra ad Affari -. In uno studio effettuato su ottomila bambini della periferia di Londra, due terzi avevano sintomi psicotici".
Sul fenomeno esiste una vasta letteratura, ma di fatto c'è una scarsa divulgazione, mediatica e non, che può portare a confondere le cose e a patologizzare una situazione, che invece è benigna: "Essendo quella subclinica una condizione piu da addetti ai lavori, anzi da ricercatori, molti psichiatri non ne sono a conoscenza e i medifici di famiglia la ignorano completamente. E' quindi facile che una condizione subclinica venga scambiata per malattia. Sarebbe importante che anche i medici di famiglia conoscessero queste nuove scoperte frutto di centinaia di studi e di pubblicazioni per evitare stigmatizzazioni che sarebbero improduttive".
Cure o rimedi? "Nessuna in particolare, considerata l'altissima percentuale di regressione dei sintomi: in media l'85% - prosegue Marazziti -. Per la parte residuale (il 15% circa) sono allo studio protocolli di intervento preventivo. C'è poi un'altra piccola parte va incontro a psicosi". Insomma, si va sempre più verso un continuum tra normalità e patologia. Anche perché gli studi sulle allucinazioni e sui sintomi psicotici evidenziano che ne soffre dall'8 al 15% della popolazione generale: "Anche nella gente "sana" esistono condizioni o sintomatologie psicotiche che non arrivano alla diagnosi".
"In questo senso il Dsm V, in uscita nel maggio 2013 (Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders, ovvero Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, ndr) ha accolto diversi suggerimenti, dimostrando di essere flessibile come impostazione: rimane uno strumento prezioso di razionalizzazione, ma non è la Bibbia, perché l'esperienza clinica ha una sua soggettività. L'Apa ha saggiamente eliminato alcune condizioni, riportandone altre che possono essere oggetto di cure adeguate", conclude Marazziti.