Santuario della Madonna dell’Ambro:
tra storia e leggenda
Immerso nello scenario naturalistico dei Sibillini, tra i
monti Priora e Castel Manardo, sorge il santuario della Madonna dell’Ambro,
il secondo luogo di culto mariano, dopo Loreto e il più antico delle Marche,
eretto molto probabilmente intorno all’anno Mille in territorio di Montefortino.
Questa oasi di pace religiosa ha riaperto le sue porte ai fedeli per la Santa
Messa della notte di Natale del 2018 dopo essere stata chiusa a causa dei danni
riportati dal terremoto del 2016.
Il Santuario è situato in una verde distesa che costeggia il torrente Ambro che,
con le sue acque cristalline, rende questo luogo particolarmente adatto per
una gita fuori porta per rigenerare corpo e spirito. Qui potrete assistere a
celebrazioni religiose, pranzare al sacco nei pressi del ruscello o in un
ristorante tradizionale e fare escursioni.
Accanto a luoghi leggendari rievocanti presenze misteriose come
l’Infernaccio, il Lago di Pilato e la Grotta della Sibilla,
il santuario sembra quasi posto a fugare le ombre di quei territori colmi di oscure e paurose tradizioni.
La leggenda dell’apparizione della Madonna
Statua di Santina, la pastorella
Un’antica leggenda narra che, all’incirca nell’anno Mille,
la Madonna apparve in questi luoghi a Santina, una pastorella quindicenne muta
dalla nascita che era solita ogni giorno deporre fiori davanti all’immagine
della Madonna posta nella cavità di un faggio situato nei pressi di un ruscello.
Un giorno, mentre stava pascolando le sue pecore, in un luogo detto Amaro (nome
poi trasformato in Ambro) alla fanciulla parve di vedere un bagliore su una
roccia e una signora vestita con un abito bellissimo e un manto trapuntato di
stelle che la guardava sorridendo. Era la Vergine Maria.
La ragazza si gettò in ginocchio e la donna la incaricò di riferire ai
sacerdoti di Montefortino di erigere in quel luogo una chiesa a lei dedicata.
Dopo il miracoloso avvenimento Santina ottenne il dono della parola e
corse a casa a raccontare tutto alla mamma. La pastorella decise quindi di
eseguire ciò che le era stato suggerito dalla Madonna e si recò dai sacerdoti di
Montefortino riferendo l’accaduto. Ben presto la storia di questo prodigio si
propagò nelle valli circostanti e fu costruita una chiesa proprio come la
Madonna aveva ordinato.
La storia della sua origine leggendaria la si può leggere su di una lapide
commemorativa voluta da Padre Federico da Mogliano e posta all’interno di una
cappella che riporta così inciso:
“Nel Maggio del Mille la Vergine Santissima, cinta di straordinario
splendore, apparve in questa sacra roccia all’umile pastorella Santina, muta
dalla nascita. La fanciulla ottenne il dono della parola in premio alle
preghiere ed offerte di fiori silvestri che ogni giorno faceva all’immagine
della Madonna posta in una cavità di un faggio…”
Il Santuario della Madonna dell’Ambro
Le prime notizie del santuario risalgono ad una pergamena del 1073 che
attesta l’esistenza di una chiesa della Vergine in una località detta “Amaro”
che per un’errata trascrizione di un amanuense si trasformò in “Ambro”. Fino al
1434 la Chiesa fu retta dai monaci benedettini.
Santuario Madonna dell’Ambro, retro – Foto di Lorenzo Cicconi Massi
Nel 1602 l’edicola divenuta troppo piccola e danneggiata
dall’usura del tempo, fu ricostruita più grande incorporandovi la precedente in
modo che l’immagine della Madonna, attraverso un ampio finestrone, apparisse
come pala dell’altare maggiore.
Ex voto, madonna in trono e ciclo pittorico di Bonfini
La vecchia cappella, oggi chiamata Cappella dell’Annunciazione, situata
nella zona absidale a cui si può accedere mediante due porte poste ai lati
dell’altare maggiore, custodisce al suo interno:
• tantissimi doni votivi lasciati dai fedeli. È tappezzata infatti da
centinaia di foto di bambini, famiglie, donne, uomini, soldati in bianco e nero
che ringraziano la Madonna di una grazia.
• un gruppo scultoreo in pietra policroma del 1562 raffigurante la Madonna
seduta in trono con in braccio il Bambino Gesù che risiede sorridente sopra
l’altare maggiore dietro ad un’ampia finestra.
• il suggestivo ciclo pittorico di soggetto mariano dipinto sulla volta e
sulle pareti da Martino Bonfini tra il 1610 ed il 1611 che raffigura i
momenti salienti della vita della Vergine Maria con intorno Profeti e Sibille
Il Santuario dal 1890 è gestito dall’Ordine dei Frati Minori Cappuccini
che tutt’oggi ne sono attenti e premurosi custodi.
Le sibille all’interno del Santuario della Madonna dell’Ambro
All’interno della chiesa ci sono dipinti di Sibille, a testimonianza di
quanto la tradizione della Sibilla sia così radicata negli abitanti di questa
terra. Nel passato il sacro ed il profano si intrecciavano continuamente
e senza traumi; solo in epoca recente è avvenuta questa connotazione negativa e
demoniaca.
L’interno del Santuario della Madonna dell’Ambro
Sibilla Persica, Sibilla Frigia, Sibilla Tiburtina. Soltanto una è stata
dipinta senza motto e senza nome con gli occhi rivolti all’affresco della
nascita di Maria e l’indice della mano destra puntato verso quello
dell’Assunzione. Potrebbe trattarsi della Sibilla dei Monti Sibillini, detta
anche Europea.
Nella cappella dietro l’altare maggiore, Martino Bonfini da Patrignone,
intorno all’anno 1610 dipinse un ciclo ad olio su muro con sei storie della
Vergine, dodici Sibille e quattro Profeti. Le sei storie della Vergine sono
raffigurate in riquadri grandi con ai lati due fasce ornate di stucco contenenti
figure di diversa grandezza di Angeli, Sibille, Re e Profeti. Bonfini ha scelto
i quattro profeti più rappresentativi (Mosé, David, Salomone e Geremia)
dipingendoli presso i quattro angoli della cappella a grandezza naturale
segnando sul piedistallo il loro nome a grandezza naturale.
I profeti hanno preannunciato la nascita del Messia da una madre Vergine mentre
le Sibille, profetesse pagane, hanno predetto l’avvento di un nuovo regno. Nella
maggiori opere d’arte del Rinascimento le Sibille, generalmente, si accompagno
ai profeti. Nella cappella interna della Madonna dell’Ambro, Bonfini ne
raffigura dodici: Sibilla Erithea, Sibilla Cumana, Sibilla Agrippa, Sibilla
Ellespontica, Sibilla Delfica, Sibilla Chimica, Sibilla Libica, Sibilla Samia,
Il ciclo pittorico di Martino Bonfini all’interno del Santuario della
Modonna dell’Ambro
La piccola Lourdes dei Sibillini: perché?
Lo sapete che il Santuario della Madonna dell’Ambro è chiamato anche “la
piccola Lourdes dei Sibillini”? Sul sito del Santuario vengono spiegate le
motivazioni di tale somiglianza al più grande e famoso Santuario della Francia.
• Il Santuario è collocato in una vallata dei monti Sibillini così come
Lourdes è posta in una valle dei monti Pirenei.
• Accanto al Santuario scorre il fiume Ambro così come a Lourdes accanto
alla grotta dell’Apparizione passa il fiume Gave.
• Al Santuario la Madonna è apparso ad una bambina chiamata Santina, così
come a Lourdes è apparsa ad una bambina di nome Bernadette.
• La roccia che fa da padrona in tutto l’ambiente, ricrea l’atmosfera della
grotta dove Maria apparve a Bernadette Soubirou.
Paesaggio ed escursioni
Il Santuario della Madonna dell’Ambro, posto in uno scenario di rara bellezza,
è un luogo ideale per una gita fuori porta soprattutto durante la stagione
estiva, quando la frescura che scaturisce dal fiume Ambro e l’ombra degli alberi
circostanti donano un senso di pace e ristoro per il corpo e lo spirito.
Qui potrete passeggiare con tranquillità sulle rive del torrente immersi
nel rumore dell’acqua e della natura, fare dei picnic oppure pranzare presso i
ristoranti tipici nei dintorni o iniziare da qui delle escursioni molto
interessanti come quella ad anello che porta alle sorgenti del Torrente Ambro
che sgorgano ai piedi del Monte Priora tra boschi e prati di alta quota
sfruttati da sempre per il pascolo.
Panorama sui Monti Sibillini
Definito anche la piccola Lourdes dei Monti Sibillini, il monumentale Santuario,
in territorio di Montefortino, sorge isolato in uno scenario di rara bellezza
incastonato tra i Monti Priora e Castel Manardo, e prende il nome dal vicino
torrente Ambro, affluente del Tenna.