Marche, terre di valli e di acque
Una regione al plurale già nel nome non può che essere affrontata
con grande curiosità per le diverse identità che la compongono, ognuna capace di
imprimere nel territorio il proprio segno. Una regione, le Marche, che sembra
fatta apposta per sfuggire a tappe obbligate e offrire percorsi cuciti su misura
perché ogni viaggiatore possa scegliere seguendo un'intuizione. Questo
itinerario propone un percorso insolito lungo un'ideale strada delle acque, alla
scoperta di un patrimonio termale ai più sconosciuto, fatto di piccole sorgenti
e terme che conservano intatto il fascino dei luoghi già amati dai romani, oasi
dove prendersi cura del corpo e dell'anima immersi in una natura di bellezza
inaspettata.
Primo giorno
In giornata
Il viaggio inizia, percorrendo un'ideale strada delle acque, nel territorio che
si apre alle spalle di Fano e si snoda poi lungo la valle del Metauro: non ci
sono, qui, luoghi turisticamente famosi, ma una serie di centri minori di
delicata bellezza. Nell'interno, a 10 km da Fano, immerse in uno splendido parco
secolare, si trovano le terme di Carignano, famose per l'atmosfera avvolgente,
ancor prima che per le acque salsobromoiodiche e sulfuree.
Dimenticati il raccordo autostradale per Fossombrone e la vecchia via Flaminia,
ora statale 3, si prende poi l'antica consolare che segue l'andamento morbido
del Metauro, lasciandosi alle spalle, uno dopo l'altro, i piccoli centri
appollaiati sulle ultime propaggini delle colline, fino a Mondavio, dove ci si
può fermare per uno spuntino con tutti i sapori dell'entroterra pesarese. Il
consiglio è di proseguire ancora un po' nell'interno per visitare un luogo
mistico, citato da Dante, che vi "soggiornò", nel canto XXI del Paradiso: è
l'eremo di Fonte Avellana che si staglia in una valle solitaria ai piedi del
monte Catria.
Per i "fanatici" del benessere invece, un fuori percorso da non perdere, avendo
voglia e tempo, però, di lasciarsi alle spalle non poche curve. È necessario
risalire verso nord, nel cuore del Montefeltro per incontrare, a una manciata di
chilometri da San Marino, l'antico Castrum Montis Grimani, ora Montegrimano,
rinomato centro termale che si è dotato di una SPA all'avanguardia dove
lasciarsi tentare da un golosissimo "Bagno di Cleopatra".
Sera
Cosa c'è di più bello di passeggiare sulla spiaggia al chiaro di luna? Ecco
perché per questa serata si ritorna sulla costa, a Fano, e si cena alla Locanda
della Fortuna. In pieno centro storico, è divisa in salette molto suggestive,
mentre d'estate si può mangiare in terrazza. Il menù è da non perdere:
cappelletti saltati con formaggio di fossa in crema di zucca, fiorentina di
razza marchigiana e torta di mascarpone e ricotta in salsa di fragole. Buon
appetito.
Secondo giorno
In giornata
Il secondo giorno inizia con uno sguardo al "Monte di Ancona": l'antico toponimo
con il quale i naviganti identificavano il monte Conero la dice lunga sullo
stretto legame con l'attuale capoluogo, che ne costituisce l'estrema propaggine
settentrionale. Il litorale che da Ancona arriva alla foce del fiume Musone è
forse il più significativo complesso paesaggistico della regione: un massiccio,
appendice isolata dell'Appennino, che interrompe bruscamente il lineare fluire
della costa e dei fiumi. E che intercetta da secoli i venti dominanti di bora,
maestrale e scirocco, dando vita (in unione all'erosione marina) a falesie,
grotte naturali e spiagge sinuose. La zona, protetta dal Parco regionale del
Conero, regala veri gioielli di natura e abilità architettonica come Portonovo
mentre, spingendosi nell'interno in direzione sud-ovest, si incontrano due paesi
singolari: Camerano, famoso per il buon vino che produce, e Aspio Terme, dove
invece sono le acque curative a riempire i bicchieri e sanare anima e corpo.
Spostandosi verso l'interno si raggiunge la valle del Giano: siamo in pieno
Appennino umbro-marchigiano. Qui, tra boschi ancora oggi fitti, si trova
Fabriano, famosa in tutto il mondo per le sue cartiere e per la bellezza del
territorio che la circonda: in località Genga le grotte di Frasassi, uno dei
complessi carsici più interessanti d'Italia e le antiche terme di San Vittore,
ritenute così benefiche da meritare nei pressi la costruzione dell'omonima
chiesa, ritenuta uno dei più significativi monumenti romanici della regione.
Sera
Ci si spinge a sud tra dolci pendii e vallate coltivate, fino a Tolentino, già
provincia di Macerata. Tolentino è una cittadina vivace, perfetta per una cena
tipica, magari a base di salame ciauscolo e pecorini di fossa. Senza dimenticare
la bellezza dei suoi monumenti e le terme di Santa Lucia, poco distanti: per
concludere la giornata con un massaggio, ovviamente termale.
Terzo giorno
In giornata
Il verde fitto dei boschi, le valli ombrose, le rocce aguzze: siamo nel regno
della Sibilla Cumana, tra quelle vette azzurre contemplate dal Leopardi in
ricerca di "arcane felicità". Si presentano così i monti Sibillini, la catena
montuosa diventata nel 1993 parco nazionale. Il viaggio, in quest'ultima
giornata, vuole percorrerne il cuore, da Sarnano fino ad approdare ad Ascoli
Piceno, in una continua scoperta di piccoli borghi che curano con acque antiche
come il mondo, di luoghi pregni di storia, di chiesette romaniche ornate di
affreschi, di testimonianze inaspettate.
Si parte da Sarnano, medievale e raccolta su un ripido colle. Frequentata
soprattutto per lo sci per le escursioni ai vicini monti Sibillini, è una
località termale tra le più conosciute della regione, per la varietà delle acque
sulfuree e bicarbonato-calciche che vi sgorgano in grado di curare numerose
patologie e inestetismi. Lungo la strada si incontrano Amandola e Montefortino,
che digrada da un colle sulla destra del fiume Tenna, conosciuto per gli ampi
panorami e le belle passeggiate e che conserva le atmosfere intatte del passato
nelle vie del centro storico. Si passa poi per Montegallo, ai piedi del Vettore
e per Arquata del Tronto, base per tutte le escursioni al margine meridionale
dei Sibillini e importante "statio" sulla via Salaria in epoca romana. Si
approda, infine, ad Acquasanta Terme: le sue acque, sulfuree e salsobromoiodiche
erano già note romani, quando il luogo era denominato semplicemente "Vicus ad
Aquas".
Sera
Case, palazzi, torri antiche nel caldo colore del travertino. Ascoli Piceno,
compatta nel suo tessuto medievale, regala scorci quasi commoventi nella loro
bellezza, architetture nobili e capolavori d'arte nei musei.
Il modo migliore per conoscerla è un itinerario pedonale che muove da piazza
Arringo, visita la Pinacoteca civica, prosegue in piazza del Popolo, dove ogni
agosto si tiene la Giostra della Quintana, e si conclude in via dei Sederini,
una delle arterie principali della città fiancheggiata da case medievali e
rinascimentali. E la cena? Al Gallo d'Oro, nei pressi del Duomo, si gustano le
vere specialità marchigiane: crostini con funghi porcini e fritto misto
all'ascolana... per iniziare.